Gli utenti che arrivano a un sito web lasciano un’impronta della loro navigazione. È grazie a quella scia che è possibile studiare il percorso che hanno fatto i visitatori per arrivare al sito di interesse, e misurare il ritorno di un eventuale investimento pubblicitario, contando quanti utenti ha avuto e da dove sono giunti.
In questo modo il cliente potrà capire quale strategia di comunicazione ha portato maggior numero di potenziali consumatori e adottarla come punto di partenza per successive campagne. Il web analytics, inoltre, permette di recepire molte informazioni riguardo le visite al sito e le strategie per aumentarle.
Innanzitutto è possibile sapere quali pagine sono visitate con maggiore frequenza, quindi allineare, forme e contenuti in base alla richiesta (non manifesta) dei visitatori e realizzare un piano editoriale, o stilare una agenda delle attività che sia in risposta alle necessità latenti del cliente.
Inoltre, con gli strumenti di analisi del web è possibile capire quanti, realmente, sono gli utenti che utilizzano il sito, quelli cioè, che dopo essere stati indirizzati al link che stiamo studiando fanno una qualche azione ritenuta utile, ottenendo una stima che viene depauperata degli agenti software e spider dei motori di ricerca
Non solo, sapere da quale nazione, sito o motore di ricerca e chiedendo cosa, gli utenti sono giunti nel sito web studiato è possibile grazie a tecniche sofisticate di analisi. In questo modo il cliente può capire le origini delle visite e disaggregare le fonti.
Importante da capire è anche quanto tempo un utente resta sulla pagina e se ci sono contenuti che alimentano il suo interesse, o al contrario, che ne determinano l’uscita
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